TIPICI UTILIZZATORI DI UN ELETTROSTIMOLATORE
I soggetti che con maggiore frequenza usano un elettrostimolatore sono gli atleti, gli sportivi amatoriali, coloro che hanno subito una diminuzione della forza muscolare a causa di una patologia, persone sedentarie. Gli utilizzi possono essere molteplici e i programmi che ci possono interessare di più sono i seguenti:
– forza basica
– forza veloce
– forza esplosiva
– resistenza
– capillarizzazione
– recupero muscolare
– lavoro agonista/antagonista
– drenaggio.
A questi si aggiungono i programmi tens e quelli di riabilitazione (Rehab).
ELETTROSTIMOLAZIONE, MACCHINE ED UTENTI
Le cose da sapere quando si acquista un elettrostimolatore sono:
– Tipo di onda. I migliori risultati si ottengono con correnti rettangolari bifasiche compensate. queste eliminano i fastidi, dolori ecc…
– Dimensioni della macchina. Questa deve essere leggera e facilmente trasportabile.
– La qualità dei cavi degli elettrodi deve essere eccellente.
– Un ottimo post-vendita. Deve essere possibile contattare l’azienda che ci ha venduto il prodoto per ricevere chiarimenti e quant’altro in merito al nostro dispositivo.
– I canali. I dispositivi migliori sono quelli a 4 canali, ma anche quelli a 2 possono essere utilizzati con sdoppiatori.
Molti hanno dei dubbi sull’utilizzo degli elettrostimolatori in quanto considerano questa una pratica “artificiale”. Non si tenie conto tuttavia che la contrazione volontaria è comunque dettata da un impulso elettrico, che proviene però dal cervello. Se però l’elettrostimolazione non funzionasse allo stesso modo, il muscolo non riceverebbe impulso e quindi onn si contrarrebbe. L’impulso quindi, non importa da dove viene generato, in quanto risulta sempre della stessa natura. Il cervello anzi, dopo una certa soglia esaurisce l’energia e non invia più stimoli al muscolo, cosa che non accade con un elettrostimolatore.
Un altro dubbio potrebbe essere che gli effetti siano o no gli stessi che si ottengono con un allenamento tradizionale. La risposta è sì, ma bisogna comunque allenarsi su altri fronti nel caso di uno sportivo professionista come la tattica o il gioco di squadra… La situazione ideale sarebbe quella di integrare i due allenamenti.
Effetti e frequenza dell’elettrostimolazione
Conosciamo abbastanza bene i risultati che possiamo ottenere con un allenamento sportivo standard; se ci alleniamo per partecipare ad una maratona, sappiamo che c’è un periodo generale in cui realizzeremo un importante lavoro centrato nella resistenza aerobica, mentre nel periodo di preparazione specifica, dedicheremo un po’ più di tempo ad allenare la forza, se vogliamo migliorare i nostri record.
Ciò che abbiamo così riassunto, in un modo molto semplice, è perfettamente applicabile al caso in cui volessimo allenarci usando l’elettrostimolazione. Elaborare un programma del genere non comporta nessuna difficoltà se capiamo che dovremo lavorare con un range di frequenze calibrate per generare il giusto stimolo ed ottenere il lavoro muscolare che desideriamo.
Proprio come con la corsa continua, le serie e il fartlek, che implicano un cambio nella frequenza e nel tipo di allenamento quotidiano, anche con un elettrostimolatore possiamo utilizzare differenti range di frequenze che a loro volta produrranno effetti differenti.
Come vedremo, il corpo si adatta fisiologicamente tanto ad un allenamento con elettrostimolazione quanto ad un allenamento classico, sia che questi siano di forza, resistenza o velocità, o una combinazione di questi fattori. La similitudine tra i due tipi di allenamento aumenta proporzionalmente all’aumentare della qualità della macchina che usiamo e man mano che ci avviciniamo allo stimolo fisiologico ideale di ogni tipo di allenamento.
Il tipo di frequenza selezionato è la chiave per comunicare al nostro corpo quali fibre attivare. Per dirlo in un’altra maniera, il range di frequenze scelto sarà capace di stimolare il tipo di fibra muscolare che desideriamo sollecitare in quel momento, a seconda della fase di allenamento in cui ci troviamo.
Come già abbiamo avuto modo di dire precedentemente, frequenze alte e ampiezza appropriata ci permetteranno di sviluppare la forza e la resistenza anaerobica, frequenze basse ci aiuteranno a rilassare la muscolatura e migliorare la nostra resistenza aerobica.
Scendiamo più in profondità per vedere e riassumere gli effetti dei range di frequenza:
1- Tra 2 e 4 Hz, otterremmo un effetto rilassante sul muscolo o gruppo di muscoli su cui stiamo lavorando. Se in precedenza avessimo esagerato e sovraccaricato la zona, noteremo come il dolore diminuisce o sparisce: non stiamo anestetizzando la zona, ma stiamo migliorando il trofismo della massa muscolare e la microcircolazione, drenando tossine e liquidi in eccesso. Inoltre, con una frequenza di 4 Hz, siamo in quel livello in cui il corpo produce encefaline che aumentano la nostra soglia del dolore, così che smetteremo di notarlo, rompendo così la famosa catena per cui il dolore genera una contrattura, la contrattura produce altro dolore e così via.
2- Tra i 4 e gli 8 Hz, otteniamo un aumento notevole della produzione di endorfine, inoltre, aumentando l’intensità e se gli elettrodi sono ben collocati, otterremo un effetto massaggiante sul gruppo muscolare interessato. Non solo aumenteremo la nostra soglia del dolore, ma otterremo anche gli effetti positivi del massaggio localizzato, quali: intenso effetto rilassante sulla zona, miglioramento della circolazione sanguigna locale, diminuzione dei metaboliti tossici, miglioramento dell’ossigenazione dei tessuti.
3- Tra 8 e 12 Hz,otterremo un gran aumento della circolazione locale, con questi effetti: aumento del trofismo, diminuzione dei metaboliti, ossigenazione dei tessuti e un certo effetto massaggiante, regolando i parametri affinché la sensazione sia gradevole.
4- Lavorando tra i 12 e i 40 Hz, metteremo in moto solo le fibre lente. Per fare un esempio, questo tipo di stimolazione equivale al lavoro muscolare della corsa continua di media intensità, attraverso cui miglioreremo la nostra capacità aerobica realizzando un lavoro senza alcun deficit di ossigeno.
5- Tra 40 e 60 Hz, andiamo a lavorare su fibre lente intermedie e anche alcune veloci. Con questo allenamento otteniamo un carico di lavoro maggiore che con quello precedente, maggiore resistenza muscolare e stiamo già entrando nella zona del lavoro sulla forza, allo stesso tempo migliorando l’ossigenazione.
6- Tra 60 e 80 Hz, a seconda dell’ampiezza dell’impulso, si aggiungono al lavoro fibre intermedie e veloci. Siamo a tutti gli effetti nel lavoro di forza e d’incremento della muscolatura.
7- Tra gli 80 e i 120 Hz, lavorano intensamente le fibre veloci. Con questo lavoro miglioriamo la forza, la velocità e la combinazione di entrambe: otteniamo potenza muscolare senza sfinimento fisico e psicologico.